Da "WAY OUT WEST" - Sonny Rollins -

Sonny Rollins, il leader e la forza vitale di questo album, è un modesto, sensibile, genuino e profondo giovane che ha appena iniziato non senza disagio, a far fronte alle critiche e ai musicisti che lo acclamano come la nuova espressione del jazz, come un "colosso", come il sassofonista più creativo del jazz, come il boss dei tenori, come il nuovo Bird, etc.

Il pubblico in generale non ha posto ancora l'attenzione su Sonny; in verità, ci sono molti amanti del jazz che non lo hanno ancora ascoltato. Attualmente, si rivolge a quelle persone che consapevoli della loro conoscenza del jazz, sono in grado di reagire e indirizzarsi verso questa musica virtuosa che non concede nulla ai gusti popolari.

Lo stesso Rollins si rende conto di non essere al massimo delle sue possibilità. Sa che il suo modo di suonare è ancora in una fase di sviluppo, e quindi è consapevole che la sua attuale posizione di preminenza nel jazz, dipende dalla volontà di voler progredire, e dal senso di responsabilità verso quelle persone che hanno dimostrato di aver fiducia in lui.

Rollins è giunto al successo in un momento decisivo, quando cioè la rivoluzione del jazz moderno degli anni quaranta aveva perso la forza iniziale, ed era possibile non solo rivalutare la tradizione del jazz delle origini, ma anche costruirvi sopra qualcosa. Un segnale di tutto ciò, è il criticismo che lo vincola sia a Coleman Hawkins, che impersona lo stile caldo e melodico dell'era swing degli anni trenta, che a Charlie Parker, che introdusse nell'iconoclastico stile del periodo del bop degli anni quaranta, molta passione, vivacità, ellitticità.

Descrivendo lo stile di Rollins nell'articolo comparso su Down Beat il 2 Maggio 1956, il critico Nat Hentoff scrisse: "Ritmicamente oggi nessun tenore è in grado di superare in autorevolezza Sonny, e solo pochi sono in grado di fare quello che fa lui. Le sue idee sgorgano dal sax con la velocità di un proiettile. Da punto di vista della melodia, la sua concezione è angolare, dove le linee sono appassionatamente dentellate piuttosto che morbide e scorrevoli. Anche le sue tonalità sono dure, sebbene non siano aspre. Rollins è un musicista quasi incomparabile per quel modo di suonare che ci propone."

Oggi, un anno dopo, Rollins suona con uno swing dai toni più caldi e pieni, che hanno la stessa profondità di un violoncello. Le strutture melodiche sono più scorrevoli; nello stesso momento in cui spezza la struttura del tempo, e introduce variazioni, meraviglie dell'improvvisazione spontanea, non permette all'ascoltatore di dimenticare la melodia originale.

L'atteggiamento di Sonny nei confronti degli altri musicisti, rivela i suoi stessi gusti musicali. "Fui soprattutto influenzato da Hawkins quando iniziai a suonare. Mi interessava la sua capacità d'improvvisazione. Erano meravigliosi i suoi cambi di accordo. Allora, sebbene fossi più interessato a ciò che era la ritmica... naturalmente feci sempre quello che faceva Pres... mi piaceva molto anche Byas. In Parker c'è un'unione di concezioni musicali che mi piace. In molte occasioni egli fu per me un valido aiuto. Sono della stessa scuola, eppure sono diverso. Io non sono analitico, posso solo sottolineare il fatto che sono ancora in una fase di sviluppo. Il sax è uno strumento nuovo, e ci sono ancora molte cose che devono essere fatte. Addirittura passo tutto il mio tempo a cercare cose nuove; sto cambiando, persino da una serata all'altra..."

Rollins è nato il sette Settembre del 1931 a New York. Diversamente dalla maggior parte dei jazzisti, quando era un ragazzino non aveva un sincero interesse per la musica. A nove anni, sua madre lo fece iniziare a suonare i piano, ma la cosa non gli andava. Sonny si ribellò, e così dopo due mesi le lezioni terminarono. Frequentò la scuola pubblica n°89, quindi la Benjamin Franklin High School grazie alla quale si diplomò nel 1947. Nel 1944 iniziò a suonare il sax contralto, in parte influenzato da un suo cugino che lo suonava. "Mia madre," ricorda Sonny, "raccolse a fatica il denaro e me ne comprò uno." Studiò musica alle scuole superiori, a venticinque cents a lezione, ma anche se gli piaceva il jazz, era interessato al disegno, e non pensava alla musica come ad una possibile professione. A quel tempo Coleman Hawkins era il suo idolo. Il grande sassofonista tenore viveva in periferia, e Sonny ricorda quando lo aspettava davanti alla sua porta di casa: "solo così potevo vederlo". Sonny conserva ancora una foto che Hawkins autografò nel 1945.

Nel 1947, dopo aver terminato gli studi, Sonny si unì ad altri e iniziò a suonacchiare per New York. "Nonostante tutto, non ero sicuro della musica. Incominciai ad interessarmene quando registrai il mio primo disco verso la fine del 1948 con Babs Gonzales. Dopo quello, ne incisi altri con J.J. Johnson, con Fats Navarro, e con Bud Powell. Iniziai pure a scrivere della musica. J.J. incise il mio primo motivo, Audubon".

"Nel 1950 andai a Chicago per la prima volta, e lavorai con Ike Day, un grande batterista jazz, morto circa quattro o cinque anni fa. Era un musicista straordinario, e lavorare con lui fu una grande esperienza. Incominciai ad amare quella città. Quando poi tornai a New York, non riuscii a lavorare seriamente, feci solo qualche registrazione e qualche lavoretto in città fino al 1951, quando per circa sei mesi suonai con Miles Davis. Non ero ancora entrato nell'ordine di idee che la musica e la mia abilità nel concepirla dovevano essere la professione della mia vita. Ma altre persone ne erano invece seriamente convinte; sembravano apprezzare il mio modo di suonare, e ciò mi aiutò a prendere la cosa più seriamente".

Dopo pochi anni la fama di Rollins cominciò a crescere ed egli iniziò a studiare musica, tutta la musica, non solo il jazz. Nel 1954 tornò a Chicago per lavorare al The Behive, e lì vi rimase sino a quando, nel Novembre del 1955, si unì al Max Roach Quintet. Con loro rimase fino al Maggio del 1957, quando: "me ne andai per provare da solo". Ora Sonny, che si pone in un atteggiamento estremamente serio nei confronti della musica, ha in progetto di: "trovare un posto dove stabilirmi, studiare e lavorare per diventare un solista".

Anche se questo album è per alcuni versi molto singolare, ciò non è stato fatto di proposito, o per differenziarsi dagli altri; esso è lo spontaneo risultato della prima esperienza di Rollins, della West Coast, come membro del Max Roach Quintet nel Marzo del 1957. Per un certo periodo di tempo, aveva voluto registrare i brani senza pianoforte, e questo desiderio fu rafforzato dal fatto che Ray Brown era a Los Angeles con l'Oscar Peterson Trio, come pure Shelly Manne con il suo gruppo. Se si avesse pensato di suonare solo con un basso e la batteria, sarebbe stato difficile riuscire a trovare due persone più indicate di Brown e Manne, entrambi dotati di una completa padronanza del proprio strumento, ed eletti vincitori per il loro tocco elegante e pulito, in tutte i tre sondaggi sui personaggi più popolari del jazz, del 1953 (comparsi sulle riviste Down Beat, Metronome e Playboy).

Sin da quando tutti e tre gli elementi suonavano di notte, e sia Brown che Manne durante il giorno erano chiamati a incidere negli studi di registrazione, le session veniva chiamata alle tre del mattino. I tre non suonarono o incisero mai tutti assieme prima di quell'ora, e ciò, poiché Sonny poco a poco compose i pezzi che voleva suonare, e Ray e Shally si esercitavano, li portò a stringere un forte sodalizio. Alle sette del mattino, dopo quattro ore di intensa concentrazione, durante la quale incisero metà dell'album, dovevano essere veramente esausti perché Sonny disse: "Ho caldo". Shelly, che era stato in piedi per ventiquattro ore aggiunse: "Mi sento come se avessi suonato fino ad ora." E Ray, anche lui stanco come gli altri, che sarebbe dovuto andare in sala di registrazione nel pomeriggio, sorrise appena. Fu a questo punto che fecero Wagon Wheels. Poi intrapresero il brano disinibito e originale per immaginazione di Sonny, che in onore dell'occasione egli chiamò Way Out West. Avevano trovato la giusta armonia fra loro: entrambi i brani (più di sedici minuti di musica), furono registrati in meno di mezz'ora.

Fu un'idea di Sonny quella di fare I'm An Old Cowhand e Wagon Wheels, buoni esempi della sua speciale dote di saper trovare il jazz in ciò che a primo acchito appare inverosimilmente materiale. La sua vita e la musica non sono due cose distinte. Come molti altri ragazzotti di New York che sono cresciuti con i film Western, egli godeva all'idea di essere per la prima volta "out west", e fu sempre una costante della sua personalità esprimere nella musica le sue sensazioni che lo facevano sentire "west". Durante le prove di I'm An Old Cowhand, disse di volere: " la sensazione della sella... io voglio fustigare il cavallo per tutta la prateria, fino in fondo" spiegò a Shelly. "Se non ci riusciamo, faremo qualcos'altro". In seguito, durante una sessione, quando scrisse il testo per There Is No Greater Love, lesse le parole a Ray e a Shelly e spiegò loro che mentre suonava, gli piaceva pensare alle parole e al loro significato. "Ciò mi aiuta" diceva. E così No Greater Love divenne qualcosa di più di una graziosa ballata; anche le tonalità di Sonny diventano più piene e più calde, e l'esecuzione trasmette sensazioni ad un più alto livello emozionale.

A causa della strumentazione eterodossa che lascia scoperto ogni musicista, l'ascoltatore ha poche occasioni per sentire il sound e la personalità di tre unici jazzisti, due maestri universalmente riconosciuti, e una nuova star giunta sulla soglia di una nuova carriera.

—Lester Koenig, 6 Giugno, 1957

 

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